MotoGP Motegi 2024: Trionfo di Bagnaia e distanze accorciate su Martin
Acosta impressiona ma cade, doppio podio per Marquez, mentre Ducati conferma la sua supremazia tecnica sul tracciato nipponico
Quest’ultimo fine settimana, la MotoGP 2024 ha corso a Motegi. I risultati ci parlano di due vittorie ad opera di Pecco Bagnaia e due podi per Marc Marquez.
Veloce come previsto
In prova, assistiamo alla velocità di Pedro Acosta. Lui e la sua KTM GasGas del team Tech3 sono sempre più affiatati tra loro. Sullo spigoloso tracciato giapponese, la guida Stop&Go del 2 volte Campione del Mondo funziona. La pole position è sua. A Marc Marquez viene cancellato un giro con tanto di record per aver toccato il verde: partirà 9°. Al via, il poleman Pedro Acosta e Pecco Bagnaia conquistano l’holeshot. Da dietro, scattano come fulmini sia Jorge Martin che Marc Marquez. Tra i primi due, la bagarre dura poco. A dispetto dell’inferiorità tecnica, Acosta ne ha più di Bagnaia, lo supera e tenta di fuggire.
Battuta d’arresto
Ma il raccordo tra l’uscita della destrorsa Curva 6 e l’ingresso nella 7 gli è fatale: frena con la moto troppo piegata e cade. Nella ghiaia, Pedro ha il tempo di far crescere in sé una consapevolezza: quella di essere un pilota veloce. Da Top 1 della MotoGP. Intanto Pecco Bagnaia ne approfitta e prova a scappare, lasciando che Marc Marquez ed Enea Bastianini alle sue spalle si scannino. Infatti, questo accade. Ma Bestia ne ha di più e negli ultimi giri si mette all’inseguimento di Pecco Bagnaia. Esattamente come a Misano, gli arriva dietro di pochissimo. Purtroppo, le gomme Michelin hanno una finestra di rendimento sempre più ristretta.
Ricomincio da me
Al via, Pedro Acosta riparte dalla pole come il giorno prima. E come il giorno prima, cade. Purtroppo, tra un pizzico di eccessiva irruenza e un po’ di sfortuna, in questo weekend non ha raccolto nulla. Al primo giro, Alex Marquez porta fuori pista Joan Mir. Cadrà anche Maverick Viñales alla Curva 5.
Davanti ci restano Pecco Bagnaia e Jorge Martin. E se il grintoso alfiere del team Pramac inanella giri veloci e sfodera la sua guida più estrema per rimontare, il Campione del Mondo in carica oggi è imprendibile. Sarà di nuovo lui a vincere.
Note a margine
Il weekend giapponese appena concluso che spunti di riflessione ci lascia? Che le Ducati Desmosedici sono delle creature magnifiche e le GP24 sono moto superiori. Che su piste dalle curve mai troppo veloci, le KTM possono tenere botta, a patto che le guidi un pilota davvero affamato. Che Aprilia sia una moto rapida nei cambi di direzione ma soffra nelle staccate più profonde. Infine, che nel Sol Levante le moto autoctone facciano sempre più fatica. Quasi a digiuno di percorrenze medio-veloci, Yamaha mostra il fianco persino alle Honda. Le quali, guidate da piloti privati (e provati) come Johann Zarco, possono metterci una pezza. Anzi, un cerotto.